Voyager 1 sta mandando segnali insensati. I ricercatori sono piuttosto preoccupati. L’ultima volta che Stamatios “Tom” Krimigis vide di persona la sonda Voyager 1, era l’estate del 1977. L’evento accadeva poco prima del suo lancio da Cape Canaveral, in Florida.
La Voyager 1 attualmente si trova a oltre 24 miliardi di chilometri di distanza. Quindi oltre quello che viene considerato il confine del sistema solare. Nonostante la distanza lo strumento di bordo di cui è responsabile Tom Krimigis è ancora perfettamente funzionante. Tom Krimigis ha spiegato che: “Rimango ancora molto sbalordito, dopo tutto la missione originale della sonda spaziale su Giove e Saturno avrebbe dovuto durare solo circa quattro anni”.
Voyager 1 da metà novembre ha inviato messaggi sulla Terra che non hanno alcun senso. È come se la vecchia sonda avesse subito una sorta di ictus che interferiva con la sua capacità di parlare. Suzanne Dodd del Jet Propulsion Laboratory della NASA, project manager della missione interstellare Voyager dal 2010 ha spiegato che: “Fondamentalmente ha smesso di parlarci in modo coerente. Questo è un problema serio”.
Voyager 1, invece di inviare messaggi a casa in codice binario, attualmente si sta limitando a rimandare indietro 1 e 0 alternati. La squadra di Suzanne Dodd ha provato i soliti trucchi per ripristinare le cose. Purtroppo senza fortuna. Sembra che ci sia un problema con il computer di bordo che prende i dati e li rinvia verso casa.
I ricercatori hanno reso noto che: “Il pulsante che premi per aprire la portiera della tua auto, ha una potenza di calcolo maggiore rispetto a Voyager. È decisamente straordinario che continuino a volare e che volino da oltre 46 anni”. La Voyager 1 e la sua gemella, Voyager 2, sono sopravvissute a molte condizioni. Per cercare di risolvere gli attuali problemi della sonda, il team di ricerca ha dovuto esaminare attentamente documenti decisamente antichi.
Il team di ricerca ha un elenco di possibili soluzioni. Col passare del tempo, probabilmente inizieranno a inviare comandi alla sonda più audaci e rischiosi. Suzanne Dodd ha spiegato che: “Le cose che faremo in futuro saranno probabilmente più impegnative. Soprattutto perché non si può dire esattamente se verrà eseguito correttamente o se forse faremo qualcosa che non si doveva fare, inavvertitamente”.
La risoluzione del problema di Voyager 1 è un processo scrupoloso che potrebbe richiedere settimane o addirittura mesi. La sonda è talmente distante che ci vuole quasi un giorno intero perché un segnale viaggi là fuori, e poi un giorno intero perché la sua risposta ritorni. Il team, ovviamente, continuerà a provare, ma non sarà un procedimento veloce.
Stella Ocker ha spiegato che: “Non abbiamo ricevuto dati scientifici da quando è iniziata questa anomalia. Ciò significa che non sappiamo come sia l’ambiente attraverso il quale sta viaggiando la sonda spaziale”. L’ambiente interstellare non è solo vuota oscurità. Ma contiene cose come il gas, la polvere e i raggi cosmici. Solo le sonde gemelle Voyager sono abbastanza lontane da poter “assaggiare questo stufato cosmico”.
Stella Ocker conclude spiegando che: “La scienza che mi interessa davvero fare è in realtà possibile solo con Voyager 1. Voyager 2, nonostante sia integra per la sua età avanzata, non può effettuare le misurazioni particolari di cui ho bisogno per la mia ricerca”. I tempi stringono per risolvere le anomalie della sonda. Ma gli esperti e i consulenti della NASA, in qualche modo, escogitassero un piano miracoloso in grado di riportare la Voyager 1 alla normalità.
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