Scienza

Voyager avvia trasmettitore da 24 miliardi di chilometri di distanza

Voyager avvia trasmettitore da 24 miliardi di chilometri di distanza. Il trasmettitore non veniva usato dal 1981. La sonda spaziale Voyager 1, con 47 anni di attività, è di nuovo in contatto con la NASA, ma non è ancora fuori pericolo. Questo dopo che un problema tecnico ha causato un blackout durato giorni con la storica missione, che si trova a miliardi di chilometri di distanza nello spazio interstellare.

La Voyager 1 ora utilizza un trasmettitore radio. Lo strumento non ne faceva più affidamento dal 1981 per rimanere in contatto con il suo team sulla Terra. Questo mentre gli ingegneri lavorano per capire cosa sia andato storto. La sonda lanciata a settembre del 1977, con il passare degli anni ha visto i suoi componenti spegnersi dal team. Ciò per risparmiare energia e consentendo così alla Voyager 1 di inviare dati scientifici unici da una distanza di 24 miliardi di chilometri. Il nuovo problema è uno dei tanti che la vecchia sonda ha dovuto affrontare negli ultimi mesi. Ma il team della Voyager continua a trovare soluzioni creative affinché la leggendaria esploratrice possa proseguire il suo viaggio cosmico attraverso territori inesplorati.

Voyager e il problema radio a miliardi di chilometri di distanza

Gli ingegneri, di tanto in tanto, inviano comandi a Voyager 1. Ciò per accendere alcuni dei suoi componenti che hanno subito danni da radiazioni nel corso dei decenni. Secondo quanto affermato da Bruce Waggoner, responsabile della garanzia della missione Voyager. Il calore può aiutare a invertire i danni da radiazioni ché degradano le prestazioni dei componenti della sonda spaziale. I messaggi vengono inoltrati a Voyager dal controllo missione presso il JPL tramite il Deep Space Network dell’agenzia.

Il sistema di antenne radio sulla Terra aiuta l’agenzia a comunicare con Voyager 1 e la sua sonda gemella, la Voyager 2. La Voyager 1 invia dei dati ingegneristici per mostrare come sta rispondendo ai comandi. Ci vogliono circa 23 ore perché un messaggio viaggi in una direzione. Ma quando il 16 ottobre è stato inviato un comando al componente, qualcosa ha attivato il sistema autonomo di protezione dai guasti della sonda. Se la sonda assorbe più energia di quanto dovrebbe, il sistema di protezione dai guasti spegne automaticamente i sistemi. Ciò è essenziale per risparmiare energia.

Il team ha scoperto l’ultimo problema quando non è riuscito a rilevare il segnale di risposta della sonda attraverso il Deep Space Network lo scorso 18 ottobre. La Voyager 1 ha utilizzato uno dei suoi due trasmettitori radio, chiamato banda X in base alla frequenza che utilizza, per decenni. Mentre l’altro trasmettitore, chiamato banda S, che utilizza una frequenza diversa, non è stato utilizzato dal 1981 perché il suo segnale è molto più debole di quello della banda X.

Voyager: lavorando sulla soluzione

Gli ingegneri ritengono che il sistema di protezione dai guasti abbia abbassato la velocità con cui i dati venivano inviati dal trasmettitore. Questo ha modificato la natura del segnale condiviso da Voyager 1 ai monitor del Deep Space Network. Il team di Voyager 1 ha infine localizzato la risposta della sonda più tardi, il 18 ottobre, setacciando i segnali che il Deep Space Network stava ricevendo. Le comunicazioni con la Voyager 1 il 19 ottobre le comunicazioni sembrarono interrompersi completamente.

Il team ritiene che il sistema di protezione dai guasti sia stato attivato altre due volte. Ciò potrebbe aver spento il trasmettitore a banda X e spostato la sonda sul trasmettitore a banda S che consuma meno energia. Nonostante, il team della Voyager 1 non fosse sicuro che il debole segnale in banda S sarebbe stato rilevabile, a causa della distanza della sonda dalla Terra, gli ingegneri del Deep Space Network lo hanno individuato. Il team non invierà comandi a Voyager 1 per riaccendere il trasmettitore a banda X finché non avrà dedotto cosa ha attivato il sistema di protezione dai guasti. Questo potrebbe richiedere settimane. Gli ingegneri sono cauti perché vogliono determinare se ci sono potenziali rischi nell’accendere la banda X.

Conclusioni

Se il team riuscisse a far funzionare di nuovo il trasmettitore a banda X, il dispositivo potrebbe essere in grado di trasmettere dati che potrebbero rivelare cosa è successo. Gli ingegneri, nel frattempo lo scorso 22 ottobre, hanno inviato un messaggio alla Voyager 1 per verificare che il trasmettitore a banda S funzionasse e hanno ricevuto conferma il 24 ottobre. Ma non è una soluzione su cui il team vuole fare affidamento per troppo tempo.

Bruce Waggoner ha spiegato che: “Il segnale S-band è troppo debole per essere utilizzato a lungo termine. Finora, il team non è stato in grado di utilizzarlo per ottenere telemetria, informazioni sulla salute e lo stato del veicolo spaziale, per non parlare dei dati scientifici. Ma ci consente almeno di inviare comandi e di assicurarci che il veicolo spaziale sia ancora puntato verso la Terra”. Questo interruttore del trasmettitore è solo uno dei tanti accorgimenti innovativi utilizzati dalla NASA per superare le sfide di comunicazione della missione di lunga durata di quest’anno. Tra questi l’accensione dei vecchi propulsori per mantenere l’antenna della Voyager 1 puntata verso la Terra e la soluzione a un problema informatico che ha interrotto per mesi il flusso di dati scientifici della sonda verso la Terra.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2024/11/01/science/voyager-1-transmitter-issue/index.html

Fabiana Leoncavallo

Laureata in architettura, mi ritengo una persona piuttosto poliedrica. Grande appassionata di scienze, astronomia, storia, letteratura, cinema e serie tv, tutti argomenti che amo descrivere nei miei articoli, che si basano su ricerche valide. Inoltre, amo molto effettuare studi sulla natura, sugli animali, sui cambiamenti climatici, sulla salute e l’alimentazione.

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